Assistenza ad una persona malata in casa: aspetti normativi

Il proprietario - Giornale online di Federcasa

Nell’articolo precedente si è parlato del rischio, da parte primariamente dei familiari, di cadere nel vortice dello stress fisico ed emotivo, capace di portare anche allo stato depressivo. La componente affettiva rischia di coinvolgere il familiare al punto da non avere più cura di sé e rivolgere ogni attenzione al malato.

Con questo articolo iniziamo invece a considerare i rischi puramente fisici nella movimentazione del degente. Ma per cominciate facciamo una breve analisi storica delle condizioni di lavoro e dei rischi che alcune categorie di lavoratori sono sottoposti.

È necessario ricordare, al tal riguardo, che le patologie croniche e acute a carico del rachide lombare sono riscontrate in larga misura nelle categorie professionali addette alle attività che comportano un movimento manuale dei carichi. Un’indagine tratta dalla Fondazione Europea di Dublino sulle condizioni di lavoro e di salute nell’Unione Europea hanno riscontrato che i problemi più frequenti di salute sono distribuiti al 30% sul dolore della schiena, il 28% sullo stress ed il 17% sul dolore ripartito sugli arti (gambe e braccia). Altri studi hanno invece evidenziato l’incidenza dei disturbi al rachide lombare negli operatori sanitari addetti all’assistenza del malato, al punto che questa categoria di lavoratori risulta essere la più colpita. Si iniziò già nel 1970 a considerare queste problematiche professionali, per giungere, nel 1994, all’istituzione del Decreto Legislativo n.626 (Titolo V° ed allegato VI°) che recepisce la Direttiva Comunitaria ‘CEE 269/90, dove la problematica viene affrontata da un punto di vista normativo. In buona sostanza le normative si riferiscono a tutte quelle operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, incluse le operazioni di sollevare, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, a causa di condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l’altro rischi lesivi dorso-lombari. Queste norme si applicano a tutti i settori produttivi e di servizio, compresi quindi i servizi sanitari e di assistenza, dove l’attività di movimentazione manuale è insita nel sollevamento e nel trasferimento dei degenti solitamente non autosufficienti dal punto di vista motorio, per non dimenticare quelle attività legate al traino e alla spinta di carrozzine, barelle, letti ed altre apparecchiature su ruote. Nel Titolo V° del citato decreto si prevede un’azione di bonifica da parte del datore di lavoro al fine di prevenire i rischi e la tutela della salute del lavoratore, quindi parliamo di interventi organizzativi, uso di ausili e meccanizzazione, per non escludere la formazione e l’addestramento del personale sanitario.

Anche se tutte queste considerazioni sono primariamente di pertinenza per coloro che lavorano in strutture sanitarie pubbliche o private, un familiare può trarre vantaggio non tanto da una norma, quanto dalle istruzioni che vengono impartite al personale sanitario, al fine di prevenire sofferenza o danno alla propria salute. Non dimentichiamo che, come già detto in altri articoli, è il familiare che molte volte si fa carico in maggiore percentuale, di tutto il peso assistenziale del malato/familiare. Qualche suggerimento può quindi risultare utile.

Per informazioni rivolgersi all’associazione FEDERCASA e inviare una richiesta cliccando qui.

Dott. Ezio Rittà Terapia Fisica e Riabilitativa – Osteopatia

 

 http://ezioritt.wix.com/studioritta

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